L’agricoltura italiana ha da sempre una forte componente femminile, ma la storia non lo ha raccontato abbastanza. Per secoli le donne hanno lavorato nei campi accanto agli uomini, spesso con ruoli non riconosciuti: sostegno silenzioso nelle famiglie, custodi delle tradizioni, responsabili dell’economia domestica e della trasformazione dei prodotti. Se un tempo la loro presenza restava “dietro le quinte”, oggi il quadro è profondamente cambiato.
Negli ultimi decenni, infatti, sono sempre più numerose le donne che scelgono di mettersi in prima linea, guidando aziende agricole e innovando i modelli di produzione e distribuzione. Secondo i dati più recenti, le imprese agricole femminili rappresentano una parte consistente del settore e crescono di anno in anno, spinte da nuove generazioni di imprenditrici e da un approccio che coniuga tradizione e modernità.
La donna in agricoltura non è più solo “aiuto familiare”: è imprenditrice, manager, custode della biodiversità, promotrice di sostenibilità e inclusione. L’attenzione alla filiera corta, al biologico, al benessere delle comunità locali porta una visione diversa, che affonda le radici nella sensibilità femminile ma guarda con determinazione al futuro.
In Orteat questo cambiamento è ben visibile. Per raccontarlo, abbiamo raccolto le testimonianze di due donne che lo incarnano in modo diverso ma complementare: Sara, giovane imprenditrice che sta portando nuova energia e competenze nell’azienda di famiglia, l’Azienda Agricola Rizzi, e Patrizia, con una lunga esperienza alle spalle nella gestione e nello sviluppo dell’Azienda Agricola Bittarelli.
Sara – Azienda Agricola Rizzi
Com’è iniziato il tuo percorso in agricoltura?
«Sono cresciuta in una famiglia di agricoltori: mio padre, i miei nonni e prima ancora i loro padri. Ho sempre respirato il valore della terra e della sua ricchezza, e ho deciso di studiare in ambito economico e agricolo per continuare questa tradizione con nuove competenze. Le donne della mia famiglia hanno sempre avuto un ruolo fondamentale, anche se spesso “dietro le quinte”: sostegno economico, gestione delle spese, organizzazione della famiglia. A modo loro sono state vere imprenditrici, anche se non ne erano consapevoli.»
Qual è, secondo te, il punto di forza delle donne in agricoltura?
«Credo fortemente che la presenza femminile sia necessaria. Oggi molte attività sono meccanizzate, quindi il lavoro fisico non è più un ostacolo. Inoltre, l’agricoltura moderna è complessa: non riguarda solo i campi, ma anche burocrazia, certificazioni, comunicazione e gestione. Qui le donne possono dare un contributo fondamentale, portando organizzazione, visione e innovazione.»
Patrizia – Azienda Agricola Bittarelli
Com’è iniziato il tuo percorso in agricoltura?
«L’azienda è sempre stata di mio marito, io mi sono inserita in un secondo momento. Negli anni 2000 abbiamo iniziato a partecipare ai mercatini con i nostri legumi, e poi abbiamo aperto un agri-ristorante. Sono molto legata alla natura, la sento come parte di me, e cerco di trasmettere questa sensibilità anche ai clienti. È fondamentale rispettare la stagionalità: ogni prodotto ha il suo tempo, e dobbiamo assecondarlo.»
E quali sono, secondo te, i punti di forza delle donne in questo settore?
«Il mio contributo all’interno dell’azienda è soprattutto quello di creare legami: con i clienti, ma anche con la comunità. Organizziamo corsi per giovani agricoltori, perché crediamo che l’agricoltura debba essere non solo produzione, ma anche formazione e trasmissione di valori. L’innovazione è importante, ma bisogna mantenere un legame con il passato: è questo che ci permette di produrre qualità vera.»
Donne e futuro dell’agricoltura
Le testimonianze di Sara e Patrizia dimostrano come il ruolo delle donne in agricoltura non sia più marginale, ma centrale. Ognuna con la propria storia, entrambe contribuiscono a un nuovo modello di agricoltura: più sostenibile, inclusivo e resiliente.
Il loro impegno è la prova che il settore primario non è solo fatica e tradizione, ma anche creatività, gestione strategica e innovazione sociale. Orteat è orgogliosa di collaborare con donne che portano avanti non solo un mestiere, ma una visione: quella di un’agricoltura capace di guardare al futuro senza dimenticare le proprie radici.