Ogni anno in Italia si sprecano circa 67 kg di cibo a persona. Numeri enormi, che non si traducono solo in un problema etico, ma anche in un costo ambientale e sociale. Quando buttiamo via una mela ammaccata o un’insalata appassita, non eliminiamo solo il prodotto in sé: dietro a quel cibo ci sono acqua, energia, lavoro e trasporti.
Ma cosa succede davvero a tutto questi rifiuti alimentari una volta gettati?
Dove finiscono i rifiuti alimentari
La maggior parte dei rifiuti organici domestici viene destinata a:
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Compostaggio industriale: i rifiuti organici raccolti in modo differenziato vengono trasformati in compost, un fertilizzante naturale utile in agricoltura. È la forma di riciclo più virtuosa.
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Produzione di biogas: attraverso la fermentazione anaerobica, lo scarto organico può diventare energia rinnovabile. Una strada sempre più diffusa in Italia.
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Discariche o inceneritori: quando l’organico non viene separato correttamente, finisce insieme ai rifiuti indifferenziati. Qui lo spreco diventa doppio: non solo il cibo è stato buttato, ma viene anche bruciato o sotterrato, con conseguente produzione di CO₂ e metano.
Il costo nascosto dello spreco
Buttare via del cibo significa sprecare anche:
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Acqua: servono 70 litri per produrre una sola mela, 13.000 litri per un chilo di carne di manzo.
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Energia: dai trasporti alla refrigerazione, ogni passaggio ha un costo energetico.
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Suolo e biodiversità: terreni coltivati, fertilizzanti e pesticidi vengono utilizzati inutilmente.
Secondo la FAO, lo spreco alimentare globale è responsabile di circa l’8% delle emissioni totali di gas serra.
Spreco domestico: il ruolo dei consumatori
Sorprendentemente, la quota maggiore di spreco non arriva dalle aziende o dai supermercati, ma dalle nostre case. Spesso compriamo troppo, conserviamo male o ci facciamo ingannare dalle date di scadenza.
Alcuni consigli pratici per ridurre lo spreco a casa:
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Pianificare la spesa e comprare meno, ma meglio.
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Conservare correttamente frutta e verdura (alcuni alimenti stanno meglio fuori dal frigo).
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Dare nuova vita agli avanzi con ricette antispreco (smoothie, zuppe, conserve).
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Non farsi ingannare dalle etichette: “da consumarsi preferibilmente entro” non significa “da buttare dopo”.
Dallo spreco al valore
Ridurre lo spreco alimentare significa aiutare l’ambiente e le comunità locali. Ogni prodotto recuperato è un piccolo atto di sostenibilità. E se lo facciamo insieme, diventa una vera rivoluzione.
Orteat nasce proprio con questa filosofia: portare a casa tua frutta e verdura stagionale, fresca e senza intermediazioni, così che nulla vada sprecato, né nei campi né nelle cucine.
È importante tenere a mente che ogni gesto quotidiano conta. Anche scegliere un’arancia di stagione o cucinare con creatività può ridurre il peso dello spreco alimentare.